Zelensky non nasconde il suo odio (Credits foto: Ansa) - L'intellettualedissidente.it
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha atteso il Natale per augurare la morte a Putin. L’ha fatto in maniera ellittica ed indiretta, un’ inutile accortezza che ha reso la dichiarazione ancora più lugubre e dissonante.
“Oggi condividiamo tutti un sogno. Ed esprimiamo un desiderio, per tutti noi. ‘Che muoia’, ognuno di noi potrebbe pensare tra sé e sé. Ma quando ci rivolgiamo a Dio, ovviamente, chiediamo qualcosa di più grande. Chiediamo la pace per l’Ucraina. Lottiamo per essa. E preghiamo per essa. E la meritiamo”.
Non l’ha nominato. Ma nessuno ha dubitato che il cattivo augurio fosse per il presidente russo Vladimir Putin. Questo è il terzo Natale che l’Ucraina celebra il 25 dicembre, secondo il calendario gregoriano occidentale dopo aver deciso di abbandonare il calendario giuliano antico delle chiese ortodosse, come quella russa, che celebrano il Natale il 7 gennaio. Un altro stappo per ribadire la libertà, anche culturale, dell’Ucraina nei confronti della Russia. Uno strano modo, quello di Zelensky, di affrontare un passaggio cruciale per giungere alla pace, mentre sulle strade della capitale russa attentatori ucraini uccidono e scompaiono.
Una strategia, quella della vendetta fine a sé stessa, che non aiuta a distinguere gli uni dagli altri, facendo sembrare la stessa invasione dell’Ucraina un terribile colpo di coda di una faida immemore dove innocenti e colpevoli finiscono per essere indistinguibili, come le vittime, troppo, ormai gettate nelle fosse comuni della memoria, dove ragioni di un tempo si perdono nella terra, come i nomi che le sostenevamo. E come nulla fosse dopo aver officiato l’augurio di morte per il nemico si reca in casa dell’altro, il quasi amico, nella residenza di Trump in Florida. Il clima sarà più mite che in Ucraina, dove soldati e civili muoiono mentre il presidente Zelensky osserverà il mare e parlerà di pace, dettando le condizioni o cercando di farlo, come stesse vincendo. Ha parlato di un accordo definito al 90 per cento senza dire altro, senza dire con chi l’avrebbe perimetrato, questo accordo, con la persona a cui ha augurato di morire o con il tycoon dimenticando che ha i russi in casa non gli americani. Ma nella mente di Zelensky tutto è possibile mentre si spera che la realtà là fuori, al freddo, riesca a farsi sentire e ad ottenere l’aiuto, fosse almeno l’immagine di sé stessa, se non la pace, dalla persona chiamata a comprendere, la realtà ed infine ad arrendersi. Se non al nemico almeno all’evidenza.
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