Le armi consegnate all'Ucraina non saranno determinanti nel conflitto (Credits foto: Ansa) - L'intellettualedissidente.it
Nonostante la massiccia fornitura da parte degli USA, le armi illegali (per l’Europa) potrebbero non essere decisive in Ucraina
Da alcuni mesi l’esercito ucraino ha iniziato ad utilizzare sul campo di battaglie nuove armi per contrastare in maniera più efficace l’esercito russo.
A seguito dell’invasione ordinata da Putin, le richieste di Zelensky, e di tutto il suo apparato militare, di ricevere nuove armi e munizioni sembra essere stato ascoltato. Da ormai alcuni mesi, infatti, gli Stati Uniti hanno concesso all’esercito ucraino l’utilizzo di bombe a grappolo. Si tratta di armi vietate dall’Onu e dalla maggior parte degli Stati membri, tra cui tutte le nazioni europee. Tuttavia la convenzione non è mai stata firmata da Stati Uniti, Ucraina e Russia, che le utilizza dall’inizio del conflitto. Nonostante ciò, non sembra che queste armi possano essere decisive per l’esercito ucraino.
Le bombe a grappolo sono armi esplosive introdotte durante la Seconda Guerra Mondiale. Semplificando, si tratta di veri e propri contenitori al cui interno ci sono centinaia di bombe – anche migliaia, a seconda del modello – pronte ad esplodere. Questi contenitori possono essere lanciati sopra un’area relativamente ampia e, una volta raggiunta una cera altitudine, si aprono “spargendo” in maniera più ampia possibile le bombe, che esploderanno una volta entrate a contatto con il suolo. È questo il motivo per cui vengono chiamate “cluster bombs”.
Gli ucraini hanno già iniziato ad utilizzarle in maniera massiccia e il loro impiego così “diffuso” è dovuto principalmente a due fattori. Il primo riguarda la carenza di munizioni che entrambi gli eserciti sanno soffrendo: grazie alle bombe a grappolo l’esercito ucraino avrà a disposizione più colpi di artiglieria. Il secondo è relativo ad una necessità difensiva. Le cluster bombs, infatti, si stanno rivelando piuttosto efficaci per spezzare l’avanzata nemica da parte della fanteria. Un recente video diffuso su Telegram – e verificato dai fact checker americani – mostra l’efficacia delle bombe a grappolo in campo aperto durante un tentativo di attacco dei fanti russi nei pressi del villaggio di Urozhaine. Nel video si vede come l’attacco viene spezzato e la fanteria russa costretta a ritirarsi.
Tuttavia, il vantaggio di queste armi sembra finire qui. Sebbene abbiano dimostrato di essere particolarmente efficaci in campo aperto e in fase difensiva, non sembrano essere altrettanto decisive in un contesto offensivo. Le bombe a grappolo sono infatti considerate inefficaci per abbattere le retrovie di fanteria appostata nelle trincee. Dunque la controffensiva ucraina non vedrà uno slancio decisivo grazie a queste armi. Le bombe a grappolo non sono per nulla efficaci quando devono colpire bersagli specifici e non possono essere quindi utilizzate durante gli assalti alle linee difensive russe.
Inoltre, come abbiamo già visto, resta particolarmente aperto il dibattito sull’etica del loro utilizzo. Queste munizioni, per via del loro elevato tasso di bombe inesplose, risultano essere particolarmente pericolose per la popolazione civile. Al termine di un conflitto, infatti, potrebbero restare sul campo di battaglia numerose bombe ancora innescate. Tuttavia, tra le condizioni di utilizzo presenti al momento della fornitura delle armi, vi è anche quella di non utilizzarle in aree dov’è presente la popolazione civile. Resta da vedere chi controllerà che questa norma venga effettivamente inaspettata.
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