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Turchia, la politica divisiva di Erdogan

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Ignazio Taormina

La politica di Recep Tayyip Erdogan è stata al centro dell’attenzione internazionale per diversi anni. Da quando è diventato il presidente della Turchia nel 2014, Erdogan ha portato avanti una serie di riforme che hanno cambiato il volto del paese e generato tante critiche.

Il lavoro del presidente della Turchia ha generato tante critiche

Da un lato, Erdogan ha cercato di modernizzare la Turchia, promuovendo l’economia e costruendo grandi infrastrutture. Dall’altro, però, ha anche messo in atto politiche che hanno sollevato numerose critiche, come la repressione della stampa e dei diritti umani.

Erdogan ed il suo rapporto complicato con la democrazia

Uno degli aspetti più controversi della politica del leader turco è stata la sua posizione sulla democrazia. Molti osservatori hanno criticato la crescente centralizzazione del potere nella figura del presidente, che ha portato alla soppressione dell’opposizione e alla limitazione della libertà di espressione, paragonandolo spesso ad un dittatore.

Infatti, l’attuale presidente della Turchia ha cercato di estendere il suo controllo anche sui media, attraverso la censura e la repressione dei giornalisti critici. Questo ha portato a una riduzione della diversità delle voci nella società turca, e a un aumento della polarizzazione politica. Allo stesso tempo, però, Recep Tayyp Erdogan ha anche cercato di promuovere l’immagine della sua nazione, come un paese molto moderno e prospero. Ha investito in grandi progetti di infrastruttura, come finalmente l’aeroporto di Istanbul e la compagnia di bandiera turca, e ha cercato di attrarre investimenti stranieri.

Amante dei dibattiti politici, si propone spesso come mediatore nei rapporti internazionali

Il presidente Erdogan ha anche cercato di promuovere il ruolo della Turchia nella politica internazionale. Ha cercato di stabilire relazioni con altri paesi, come la Russia e l’Iran, e di assumere un ruolo da mediatore in alcune crisi internazionali. Tuttavia, molte di queste politiche hanno creato tensioni con gli alleati tradizionali della Turchia, come gli Stati Uniti e l’Unione Europea. La decisione di Erdogan di acquistare un sistema di difesa missilistico dalla Russia, ad esempio, ha portato alla minaccia di sanzioni da parte degli Stati Uniti.

Erdogan contro la Siria e le numerose tensioni con l’Unione Europea

Inoltre, la politica di Erdogan nei confronti della Siria ha creato tensioni con l’Unione Europea. La Turchia ha ospitato milioni e milioni di rifugiati siriani, ma ha anche invaso parte del territorio siriano per cercare di proteggere i propri confini. Questa mossa ha portato a una forte reazione internazionale e ha generato tensioni con i paesi vicini e critiche da parte dell’Unione Europea per l’operato del presidente turco.

Personaggio divisivo, che comunque ha reso la Turchia un paese alla avanguardia, ma con principi politici discutibili e che generano malcontenti interni

Infine, la politica di Erdogan ha anche avuto un impatto sulla situazione economica della Turchia. Mentre alcuni progetti di infrastruttura hanno portato a una crescita economica, la crescente centralizzazione del potere e la riduzione della libertà di espressione hanno creato incertezza tra gli investitori stranieri e un forte malcontento della popolazione turca, costringendo anche parte della popolazione a spostarsi altrove.

Pesa tanto la decisione di Erdogan di licenziare decine di migliaia di dipendenti pubblici dopo il fallito tentativo di colpo di stato del 2016, che ha creato una forte crisi economica per molte famiglie turche e momenti di tensione in tutto lo stato.

In conclusione possiamo dire che la politica di Erdogan ha portato a una serie di cambiamenti significativi per la Turchia. Mentre alcuni di questi cambiamenti hanno portato a una maggiore modernizzazione e sviluppo economico, altri hanno creato diverse tensioni interne al paese sia con gli alleati internazionali e hanno sollevato tante preoccupazioni per i diritti umani e la democrazia.

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