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Inchiesta editoria italiana: genesi di un saggio di Paolo Bianchi

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Vincenzo Colao

La casa Editrice Bibliografica pubblica un saggio particolarmente interessante intitolato Dell’inutilità della scrittura. Inchiesta editoria italiana Paolo Bianchi.

Sono tante le persone che hanno pensato, almeno una volta nella vita, di scrivere un libro. Il problema forse non è tanto scriverlo quanto averlo già fatto e pubblicarlo. Anzi, oggetto del tema del proprio libro, per molti romanzieri potrebbe essere stata proprio la difficoltà, in tanti casi, di pubblicazione.

Da cosa nasce il saggio inchiesta editoria Italiana

Perché fu apprezzato questo saggio

È indubbio che negli ultimi anni in modo di affrontare l’acquisto e diusufruire di un libro è completamente cambiato. Infatti oggi, è veramente difficile capire che strada prenderà l’editoria.

In effetti, è veramente difficile fare lo scrittore per mestiere e poter vivere di quello che si scrive, oggi più che mai. Si tratta di investire veramente tanta della propria energia e del proprio sapere con scarsissime possibilità di poter ottenere un reale risultato dal punto di vista materiale.

Eppure gli aspiranti scrittori continuano ad aumentare e dunque vale la pena di esaminare quali difficoltà possono trovarsi a dover incontrare nel percorso tra la scrittura e la pubblicazione del proprio libro, che sia un romanzo un saggio.

Paolo Bianchi, professione di giornalista, esplicita all’interno di questo saggio tutti quei meccanismi che rischiano di andare a schiacciare un autore all’interno della macchina editoriale.

Era abbastanza impossibile trattare l’argomento senza aggiungere una dose massiccia di cinismo, ma era anche necessario avere il coraggio di mettere nero su bianco una situazione molto difficile da spiegare in maniera lineare.

Tra le varie opzioni che i novelli scrittori hanno c’è sicuramente quella della pubblicazione a pagamento, e in tanti e ancora oggi la scelgono anche se raramente poi ottengono il risultato di avere dei riscontri tangibili

Infatti si tratta di qualcosa che si intraprende con la spinta di veder la propria opera finalmente stampata in quello che è il cosiddetto oggetto libro. Eppure, proprio di questi tempi il libro come oggetto non è una cosa data per scontata perché in tanti lettori sono passati ad una forma diversa di fruizione della letteratura o della saggistica, che è il formato eBook.

I meriti di Paolo Bianchi con Inchiesta editoria italiana

Uno dei grandi meriti di questo saggio di Paolo Bianchi è proprio quello di riuscire ad andare ad esaminare con grande perizia entrambi i lati della barricata.

Da una parte il problema del mercato editoriale, sia per quanto riguarda l’aspetto contrattuale con gli autori sia per quanto riguarda, ad esempio, la parte inerente alla pubblicità e alla distribuzione dei propri libri.

Sicuramente il settore editoriale è un settore decisamente autoreferenziale,, dove si cerca di promuovere i titoli che vogliono essere spinti alla vendita attraverso l’attribuzione di premi letterari, la presentazione all’interno delle librerie, i festival e le fiere.

Però in questi contesti sembra non trovare spazio il vero talento ma solamente ciò che si desidera premiare sulla base di una valutazione fatta da pochi per pochi.

Passare tra le maglie del sistema diventa veramente difficile per qualcuno che non è già conosciuto, non ha un aggancio, per quanto possa aver scritto qualcosa di realmente interessante.

Ma entrare oggi all’interno di una libreria significa perdersi tra una marea di pubblicazioni che la maggior parte dei casi sono completamente sconnesse l’una dall’altra e non indirizzano il lettore, né lo prendono per mano come nei secoli passati invece sollevano fare.

I problemi dell’editoria oggi

 Analisi oggettiva sulla situazione dell’editoria in Italia

Fermo restando che anche gli autori non sono del tutto innocenti rispetto alla situazione editoriale italiana, così come i lettori che da un certo punto di vista hanno, pare dalle statistiche, perso quel fervore alla lettura che invece ancora oggi troviamo in altri paesi del mondo.

Diventa veramente interessante analizzare la questione da un punto di vista professionale, giornalistico e oggettivo come quello che riesce a fornire a Paolo Bianchi, all’interno di questo saggio che è stato pubblicato nel 2021 e che conta 192 pagine.

Sicuramente prendere in mano una penna o accendere un computer per scrivere una storia denota quantomeno una certa voglia di comunicare ma, soprattutto oggi, in tanti casi anche una certa qualità e un certo ego. E tutto sommato pensiamo, ogni volta che scriviamo, che qualcuno abbia interesse a scoprire il nostro mondo.

Ma oggi non è più così scontato perché viviamo nella società dell’immagine dove i valori principali hanno spostato il baricentro della cultura in un punto ancora da analizzare realmente.

In passato tutti i più grandi scrittori avevano denunciato comunque le difficoltà di intraprendere questo percorso, da Jack London con Martin Eden, a Dostoevskij.

La lista potrebbe veramente essere lunghissima perché i bocconi amari da mandare giù sono stati provocati da tanti professionisti che ancora oggi sono famosi in tutto il mondo nonostante siano passati decenni dalla pubblicazione dei loro lavori.

Ad avere meno scrupoli sono probabilmente gli scrittori più mediocri che forse perché non sono attaccati ad un reale risultato dal punto di vista della qualità di ciò che scrivono, occupano la loro energia e il loro tempo a cercare di riuscire assolutamente ad imporsi sull’immaginario dei lettori.

Conclusioni

Ed è per questo che, come sottolineato, spesso le librerie pullulano di pubblicazioni di bassa qualità destinate ad un pubblico che legge poco o che non legge perché in qualche modo ha anche una difficoltà personale a distinguere un libro di qualità da un libro come oggetto.

Un bel interrogativo da porsi potrebbe essere quello, ad esempio, inerente al fatto se sia o meno essenziale il libro come oggetto di primaria importanza perché purtroppo, tutti i problemi emersi nell’analisi di Paolo Bianchi sull’inchiesta editoria italiana non possono che farselo domandare.

Rimane il fatto che, di sicuro, i lettori più forti in qualche modo sanno orientarsi all’interno di un mondo veramente complicato, così come i più grandi navigatori possono attraversare il mare utilizzando le stelle come punto di riferimento e senza avere troppi strumenti di bordo.

Sono quelli che vengono toccati di meno, almeno apparentemente, dalle contraddizioni e dalla chiusura del mercato editoriale, disincantati ma indefessi riescono sempre ad individuare quel libro che può andare ad incastrarsi con loro percorso di vita da lettori.

Probabilmente col tempo le cose continueranno a mutare in maniera fluida al passo con un mondo in continua evoluzione.

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