Gli orari di lavoro cambieranno: ecco in che modo - IntellettualeDissidente.it
Il mondo del lavoro è cambiato radicalmente a causa dell’arrivo dell’estate. Che cosa dobbiamo sapere sui nuovi orari?
Gli orari di lavoro non sono sempre gli stessi. A volte cambiano a causa di una situazione, che costringe il direttore a dover prendere dei provvedimenti. In altri casi ancora le variazioni possono esserci per delle ragioni di sicurezza, quindi il motivo è da ricercarsi nei problemi strutturali o ambientali. E se arriva il caldo la situazione peggiora ancora di più: i dipendenti devono essere a loro agio.
Una temperatura eccessiva può destabilizzare i lavoratori. Poca lucidità e una minor produttività non sono degli elementi utili in un posto di lavoro frenetico. Per questa ragione il direttore ha l’obbligo di permettere ai suoi impiegati di stare bene sul posto di lavoro, senza che debbano mettere a rischio la loro condizione di salute. Se è necessario gli orari di lavoro potrebbero essere ridotti, se non addirittura cambiati.
Il caldo eccessivo viene registrato tra le 14:00 e le 17:00, fascia d’orario in cui bisogna prestare maggior tutela. In questo caso il calore rientra tra gli elementi più a rischio per la sicurezza dei lavoratori. Ciò significa che, secondo l’articolo 28 del d.lgs n. 81 del 2008, il direttore è tenuto a provvedere alle misure di prevenzione e protezione. Tutto questo non significa che il datore di lavoro è tenuto a sospendere le attività lavorative.
Rientra tra i suoi obblighi, però, garantire la sicurezza dei dipendenti. Le mansioni devono essere svolte anche in altre modalità, a patto che il caldo non metta a rischio la loro sicurezza. Le indicazioni possono riguardare pure una riduzione dell’orario, oppure una modalità diversa con cui poter lavorare. Un esempio è lo smart working, che si è rivelato essere molto utile per permettere agli impiegati di poter svolgere il loro impiego senza problemi.
In altri casi è doveroso sospendere le attività lavorative. Chi sta a stretto contatto con l’esterno, e quindi è esposto ai raggi solari, rischia di sentirsi male durante la fascia d’orario più intensa della giornata. Spetta al datore di lavoro prendere la scelta più consona per non mettere a rischio la salute dei suoi lavoratori. In caso contrario si rischiano dei provvedimenti seri a causa della mancata responsabilità del direttore.
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