In Italia è vietato dare questi nomi
La varietà di nomi in Italia è storicamente ampissima. Ed è merito della ricchezza di storia e di contatti che le popolazioni italiane hanno avuto nel corso del tempo.
Alcuni hanno evidente origine greca. Basti pensare al diffusissimo Nicola, letteralmente “il vincitore del popolo”. Altri derivano dalla tradizione biblica, come Beniamino o Giovanna. Moltissimi provengono dalla tradizione romana, come Giulia o Mario. Molti altri, invece, stanno semplicemente scomparebdi. Nomi come Nelda, Zeno, Orlando, Isotta sono quasi scomparsi dalle anagrafi. Si rafforzano quelli provenienti da altre latitudini, anche se in maniera estremamente più limitata rispetto ai miti giornalistici. Così come quelli che accolgono lettere quali x,k,y, j e w una volta non consentiti. Basti pensare alla diffusione del nome Jessica. Ci sono però alcuni nomi che sono semplicemente vietati. Alcuni per legge, altri in base al prudente apprezzamento dell’ufficiale di stato. Lo sapevi che è vietato dare questi nomi ai propri figli? E cosa succede se insistiamo?
Esiste una norma imprescindibile di riferimento, ovvero l’art. 34 del D.P.R. 396/2000. Sono vietati i nomi ridicoli o vergognosi, nonché i cognomi utilizzati per nomi, poiché potrebbero ingenerare confusione. Non si può dunque associare un cognome esistente ad un nome che potrebbe portare astio o derisione. Chiaramente in questi casi il margine d’interpretazione può essere piuttosto ampio.
Non si può imporre il nome maschile ad una neonata, e viceversa. Non esistono invece limiti per il nome Andrea. In molti Paesi del Nord Europa questo è un nome femminile, anche se curiosamente l’etimologia del nome deriva dalla parola greca che indica l’uomo in senso eroico. Ad ogni modo, in considerazione della diffusione dell’impiego, è tranquillamente utilizzabile in entrambi i sessi.
Il divieto esplicito è poi nei confronti del nome del padre, se vivente, oppure di sorelle e fratelli, sempre viventi. Non è esplicitamente vietato imporre il nome femminile della madre, perché all’epoca della redazione della norma non era possibile la trasmissione del cognome materno. Ma anche questa scelta ricade evidentemente nel divieto, visto che la finalità della legge è evitare confusione con persone in vita. Quanti nomi possiamo avere? La risposta è semplice, ed è tre. Di questi, eccezionalmente, è previsto per i nati di sesso maschile la presenza del nome Maria come secondo o terzo nome. Oppure di Giammaria come primo nome, trattandosi di una crasi tra due nomi, di cui il primo maschile.
Ma cosa succede se nonostante tutto insistiamo per imporre al neonato un nome vietato? All’ufficiale di stato civile all’anagrafe spetta esclusivamente la segnalazione del divieto secondo la legge italiana. Ma le se sue rimostranze non andassero a buon fine e nonostante tutto dovremmo insistere, il nome verrà provvisoriamente annotato. La segnalazione, però, giungerà al procuratore competente, il quale potrà procedere con le rettifiche d’ufficio se lo ritiene opportuno. La casistica è piuttosto ampia, e fa riferimento soprattutto a nomi tratti da opere cinematografiche di origine recente.
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