Stanno aumentando sempre di più i casi di influenza K: ecco come riconoscerla, quali sono i sintomi e chi è più a rischio.
Secondo i dati diffusi dal sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, nell’ultima settimana sarebbero aumentati ancora i casi di influenza K, il nuovo ceppo influenzale che sta mettendo in ginocchio diversi paesi europei, tra cui anche l’Italia. Che in inverno si raggiunga il picco influenzale non è certo una novità.

L’aspetto insolito quest’anno è che l’influenza sia esplosa in anticipo rispetto al solito. Tuttavia, stando a quanto dicono gli esperti, il picco sarebbe previsto nel corso delle prossime settimane. Ma cerchiamo di capire meglio che cos’è la variante K e quali sono i principali sintomi.
Aumentano i casi di influenza K: quali sono i sintomi e chi colpisce di più
La cosiddetta influenza K è di fatto un sottogruppo dell’influenza A(H3N2), cioè una variante genetica chiamata subclade K, nota anche come J.2.4.1. Ciò che la rende più ‘pericolosa’ per la nostra salute è il fatto di essere più trasmissibile e meno riconoscibile dal sistema immunitario. Motivo per cui è nel complesso più difficile fare prevenzione.

Stando ai dati diffusi dall’Iss, 695 mila italiani la scorsa settimana sono stati colpiti da infezioni respiratorie acute. Circa 100 mila in più rispetto alla settimana precedente, con un totale dall’inizio della sorveglianza di circa 4 milioni di casi. Non bisogna però allarmarsi perché, come spiega Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, non si tratterebbe di un nuovo virus, ma di “una normale mutazione come quelle che avvengono ogni anno nei virus influenzali stagionali e non significa che il virus sia più aggressivo o abbia sintomi diversi”.
A confermarlo è anche Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss, la quale ha dichiarato che i dati registrati dalla sorveglianza sarebbero in linea “con l’andamento atteso per questo periodo dell’anno”. Ma cerchiamo di capire meglio quali sono i sintomi dell’influenza K, in modo da riconoscerla tempestivamente.
In generale, sono quelli tipici dell’influenza: febbre, brividi, malessere marcato, dolori muscolari e articolari, cefalea, tosse, mal di gola, talvolta raffreddore e, nei bambini, anche disturbi gastrointestinali. I sintomi tendono a perdurare nel complesso dai 7 ai 10 giorni, ma alcuni disturbi possono protrarsi anche oltre. Per valutare il grado di complessità, bisogna considerare le condizioni di salute di partenza del paziente. Chi rischia di più sono i cosiddetti soggetti fragili. Il Ministero della Salute raccomanda pertanto la vaccinazione antinfluenzale alle seguenti categorie:
- persone con età superiore a 60 anni;
- donne in gravidanza e post-partum;
- persone di ogni età con patologie croniche;
- bambini dai 6 mesi ai 6 anni;
- bambini/adolescenti in terapia a lungo termine con acido acetilsalicilico;
- ricoverati in lungodegenza;
- familiari e contatti di persone ad alto rischio;
- specifiche categorie professionali (personale sanitario/sociosanitario, servizi essenziali, ecc.);
- lavoratori a contatto con animali potenziale fonte di virus influenzali non umani (allevatori, veterinari, ecc.);
- donatori di sangue.
