Pierfrancesco Favino e lo sfogo al Festival-(Foto: Ansa)-l'intellettualedissidente.it
Pierfrancesco Favino è uno degli attori più apprezzati, ospite al Festival di Venezia ha lasciato tutti di stucco. Ecco come mai.
Pierfrancesco Favino è uno dei migliori attori nostrani. Nel 2020 ha vinto un David di Donatello, il massimo riconoscimento a livello cinematografico italiano, per Il traditore. Ecco perché ha spiazzato tutti.
Pierfrancesco Favino, originario di Roma, ha studiato presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico. Ha fatto il suo esordio nel film Una questione privata, inoltre ha preso parte a fiction come: Amico mio.
A lanciare la sua carriera è stato il ruolo in L’ultimo bacio di Gabriele Muccino in cui ha prestato il volto a Mario, l’unico del gruppo di amici felicemente sposato.
In seguito ha recitato anche nel secondo lungometraggio di Luciano Ligabue Da zero a dieci. Nel 2005 ha messo a segno un altro grande colpo vestendo i panni del Libanese, uno dei personaggi di Romanzo criminale.
Nel 2009 ha recitato insieme a Tom Hanks in Angeli e demoni. L’anno successivo è tornato davanti alla macchina da presa di Muccino per Baciami ancora.
Per quanto riguarda gli ultimi anni nel 2020 è entrato a far parte della giuria italiana votante dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. In quello stesso anno è uscito Hammamet di Gianni Amelio in cui ha interpretato Bettino Craxi. Ma che cosa è accaduto al Festival di Venezia? Ecco tutti i dettagli della vicenda.
L’80° edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica ha aperto i battenti su Lido di Venezia il 30 agosto scorso. Ad aprire l’evento è stato un film italiano: Comandante.
La pellicola è incentrata su un fatto veramente accaduto in Italia. Durante la Seconda Guerra mondiale Salvatore Todaro, interpretato da Pierfrancesco Favino, il comandante di un sommergibile, dopo uno scontro con un mercantile belga salvò i superstiti portandoli al sicuro.
L’attore, nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato che la forza del suo personaggio è stata quella di aver aiutato chi era in difficoltà. Secondo l’interprete questo è stato un film molto coraggioso per i loro standard.
“Vorrei solo che gli attori italiani fossero più partecipi nei film internazionali, dove gli stranieri interpretano italiani“ ha spiegato il produttore cinematografico sottolineando che diversamente dall’estero ci sono tanti personaggi italiani che non vengono interpretati da italiani.
“Ci sono tanti attori italiani, di talento, giovani, che parlano anche discretamente in inglese, che aspettano solo qualche opportunità” ha rincarato il doppiatore. Chissà se il suo accorato appello verrà colto e il suo suggerimento seguito.
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