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Zaia: Il suo bilancio sulla gestione Covid

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Vincenzo Colao

Tre anni fa come sappiamo purtroppo è iniziato un periodo duro sia in Italia che nel mondo, relativo all’emergenza della pandemia Covid-19.  Una delle regioni che si è impegnata di più, ma che è stata al centro di tante polemiche nella gestione di questa emergenza è stata il Veneto. In tal senso il protagonista è stato il Presidente della Regione Luca Zaia della Lega Nord, che è stato al centro sia di complimenti ma anche di molte polemiche per quanto riguarda la sua gestione e il suo operato, in questi anni così difficili di Covid.

Le parole di Zaia a due anni dall’inizio della pandemia Covid-19

Il bilancio del governatore Veneto Zaia sulla gestione  dell’emergenza  Covid-19

A febbraio del 2022 durante una conferenza stampa di aggiornamento sull’emergenza Covid  il presidente del Veneto Zaia ha voluto fare un’analisi molto approfondita sulla gestione degli ultimi 24 mesi di un momento così difficile.

La prima cosa che ha voluto sottolineare è che non si aspettava che l’emergenza durasse così tanto. Allo stesso tempo ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno collaborato alla gestione di un momento così complesso.

Ha ricordato come nella storia più recente nessuno aveva mai avuto a che fare con le dinamiche del lockdown, definito una delle esperienze più tragiche, soprattutto per le persone che si sono occupate in prima linea a curare i pazienti.

Zaia ha parlato di una tragedia che mai un amministratore vorrebbe affrontare perché è come se fosse stato un’alluvione o uno tsunami.  Addirittura ha paragonato questo periodo a un film di fantascienza: allo stesso tempo ha voluto sottolineare come segnale positivo la grande solidarietà e la compassione che c’è stata tra i cittadini veneti.

Il racconto di Zaia sul periodo Covid

Durante questa conferenza stampa del febbraio 2022 Zaia ha voluto ringraziare innanzitutto i sanitari e i volontari della protezione civile per il loro impegno e le tante ore di lavoro per affrontare le emergenze.

Inoltre ha voluto fare un applauso alle famiglie venete che hanno dovuto affrontare difficoltà dei figli adolescenti che hanno sofferto di più per le restrizioni e per il lockdown. Ma soprattutto ha voluto rimarcare l’impegno del popolo veneto che si è vaccinato per il 90%, dando fiducia alla sanità pubblica.

Zaia ha voluto anche sottolineare come all’inizio dell’emergenza aveva deciso di intervenire in maniera più rapida degli altri, mettendo in isolamento artificiale tutte le persone che erano state in Cina per il capodanno cinese proprio per evitare infezioni.

Molto commovente il momento della conferenza stampa nel quale Zaia ha ricordato quel giorno nel  quale ha saputo del primo paziente Covid a Schiavonia.

Le sue parole erano impegnate di commozione, soprattutto per quei momenti nei quali c’era disperazione perché cominciavano a morire le persone.

Tutto nonostante lui avesse deciso di fare tamponi a tantissimi cittadini, mettendo anche delle tende riscaldate fuori dall’ospedale di Sirmione che era stato chiuso.

Zaia era stato uno dei primi a decidere di portare avanti delle restrizioni in Veneto come per esempio quanto ha deciso di fare una zona rossa per Vo, sospendendo il Carnevale di Venezia e chiudendo le scuole.

I mesi più difficili della gestione Covid in Veneto

Zaia ha voluto poi ripercorrere tutti i momenti più difficili dell‘emergenza pandemia Covid-19, partendo dal 3 marzo del 2020 quando decide di formare il comitato tecnico scientifico.

Qualche giorno prima aveva deciso di mettere il Veneto in zona rossa, e quindi un po’ prima dell’annuncio del lockdown e dell’assalto alla stazione di Milano e ai treni.

Inoltre ha raccontato con grande emozione quella riunione col presidente del consiglio alle 3:00 di mattina nella quale si è deciso di chiudere tutto il paese provocando gli assalti ai supermercati, che hanno messo in pericolo le cassiere che lavoravano senza protezione.

Infine nella sua conferenza stampa ha ricordato tutte le offerte fatte al Veneto da parte di imprenditori ricchi partendo da Doris, che aveva donato 6 milioni di euro per la causa.

Infine ha ringraziato tutti i professionisti che si sono impegnati dal punto di vista sanitario, rimarcando il fatto che il Veneto è stata la prima regione d’Italia per numero di tamponi fatto.

Gli è sembrato giusto anche rimarcare il piano Marshall del Veneto per il Covid-19, che prevedeva la nascita di 12 Covid Hospital. Infine si è augurato che questa esperienza non sia vana, ma che rappresenti una spinta per migliorare la sanità pubblica, attraverso i fondi del PNRR.

La polemica con il professore Crisanti

Perché è nata la polemica con il virologo Andrea Crisanti

Molto importante da ricordare la polemica che c’è stata con il famoso professore Andrea Crisanti, protagonista nel periodo del covid di tante presenze televisive. Nei primi periodi dell’emergenza Covid Crisanti ha collaborato col Veneto e Zaia nella gestione sanitaria.

Ma successivamente è stato messo da parte soprattutto quando ha sensibilizzato sulla validità dei tamponi rapidi, che secondo lui sono stati troppo utilizzati dal Veneto.

Durante una trasmissione televisiva di Rai 3, e cioè Report, è stato, ricordato come il professor Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’università di Padova, aveva chiamato Zaia per chiedere il finanziamento per lo screening di massa.

Questa sua richiesta era stata collegata al fatto che aveva intuito il pericolo che potevano portare soggetti asintomatici. Per quanto riguarda la diffusione del virus. Crisanti ha voluto sottolineare come durante la seconda ondata di Covid, la regione ha voluto escluderlo per dimostrare che poteva farcela anche senza il suo aiuto.

Ma nella stessa occasione Zaia ha voluto anche sottolineare come nel momento in cui lui non ha più collaborato nella gestione, è successo un disastro come dimostrerebbero alcuni grafici relativi alla curva dei decessi.

Infine Crisanti ha voluto di nuovo sottolineare come il rilevamento diagnostico fatto con i tamponi rapidi di prima e seconda generazione non era assolutamente affidabile.

La sua tesi era dimostrata da uno studio che era in grado di confessare la strategia segreta dalla regione Veneto. La trasmissione Report ha inoltre diffuso tutte le lettere, le mail, nonché le telefonate, che Crisanti aveva fatto la regione Veneto proprio per sensibilizzare su questo argomento.

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