Via libera al lavoro dopo la pensione
Ci sono motivi diversi che possono spingere un pensionato a scegliere di tornare a lavorare dopo aver percepito la pensione. Quando la pensione è insufficiente per vivere dignitosamente. oppure quando si riceve una offerta irrinunciabile di nuova occupazione.
O ancora, per realizzare il sogno di una vita, cioè il mettersi in proprio ed avviare un’attività commerciale o imprenditoriale. Ci sono alcune misure pensionistiche che non consentono però di accettare offerte di lavoro o di avviare attività imprenditoriali. Altrimenti si rischia di perdere la pensione. Una limitazione che si ferma con il raggiungimento di una determinata età. E adesso vedremo quando c’è il via libera al lavoro dopo la pensione.
Tutte le misure per i quotisti, da Quota 100 a Quota 102 e per finire con Quota 103, non consentono di lavorare a chi prende la pensione. Si chiama divieto di cumulo tra redditi di lavoro e redditi di pensione. Un vincolo che nel 2024 è stato inserito pure per l’APE sociale. In pratica, chiunque esca con una delle misure prima citate, oppure chiunque è uscito con questi strumenti previdenziali, non può svolgere lavoro diverso da quello autonomo occasionale. E solo se non supera i 5.000 euro di reddito annuo. Quindi solo un lavoretto saltuario e di poca importanza. Ma si tratta di un vincolo particolare. Che non dura in eterno ma solo per il tempo che intercorre tra l’età di uscita con una di quelle misure e i 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria.
Il rischio che l’INPS si accorga del ritorno al lavoro per un beneficiario della pensione di Quota 100, 102 o 103, è elevatissimo. Perché con l’incrocio delle banche dati è facile scoprire tutto su un pensionato, dal punto di vista fiscale e lavorativo. Quindi, pensare di farla franca e arrotondare la pensione con un lavoro, è altamente sconsigliabile. E l’INPS se il pensionato disattende il vincolo del divieto di cumulo, revoca la pensione. Ma solo se il pensionato ha meno di 67 anni. Perché una volta raggiunta l’età pensionabile del trattamento di vecchiaia ordinario, il pensionato è libero. Quindi, nel 2024 coloro i quali sono andati in pensione con i trattamenti per quotisti potranno tornare a lavorare senza più incorrere nella penalizzazione che sarebbe la revoca della prestazione.
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