Sorpresa con l'AI in sala operatoria - L'intellettualedissidente.it
L’Intelligenza Artificiale è entrata in sala operatoria. I risultati sono stati stupefacenti: ecco che cosa è successo e come ha funzionato.
La verità è che poche persone conoscono veramente cos’è l’intelligenza artificiale o come funziona, nonostante sia la più grande rivoluzione nel campo dell’informatica. Una delle ultime novità riguarda il suo utilizzo nelle sale operatorie i cui risultati hanno sorpreso.
Negli ultimi mesi non si fa altro che parlare dell’uso dell’intelligenza artificiale in tanti settori. La nuova invenzione prevede una nuova forma di software, in pratica un robot intelligente capace di implementare un compito assegnato in precedenza nel tentativo di replicare l’intelligenza umana. E mentre continuano ad esserci detrattori, l’AI è entrata in sala operatoria.
A spiegarne i risultati è stata Elena Giovanna Bignami, medico anestesista nonché professoressa ordinaria alla divisione di Anestesiologia, terapia intensiva e medica del dolore all’interno del dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma in un’intervista rilasciata a DigitEconomy.24.
Bignami ha parlato apertamente dell’uso dell’intelligenza artificiale all’interno della sala operatoria e di tutto il campo medico. L’anestesista e professoressa ha spiegato che si è ancora all’inizio dell’uso dell’AI in medicina, dove al momento ci si trova nella fase di definizione e comprensione degli strumenti.
Ha inoltre sottolineato che nella branca della chirurgia c’è già una sperimentazione positiva dell’AI, con l’uso delle microtelecamere da parte di ortopedici e dentisti. Bignami ha poi spiegato che la specialità madre dell’AI è proprio la chirurgia, ma poco alla volta stanno crescendo anche nelle altre specialità.
Parlando dei vantaggi dell’AI, la dottoressa ha rivelato che grazie al nuovo software la giornata operatoria viene programmata in modo più efficace, senza il rischio di sospendere gli interventi operatori previsti. Oltre al fatto che hanno la possibilità di dimettere i pazienti con maggiore sicurezza in quanto la quantità dei dati è assolutamente maggiore.
In pratica, la professoressa universitaria ha spiegato che con “AI si aumenta la qualità e la sicurezza a vantaggio del paziente”. Per quanto riguarda le polemiche del pericolo che l’AI possa sostituire l’uomo in alcune funzioni, Bagnami ha spiegato che su questo punto non c’è alcun problema.
“La macchina non sostituirà mai l’uomo”, ha sottolineato la dottoressa per poi aggiungere che l’obiettivo è quello di creare un sistema ibrido. In pratica la cosa migliore è avere un dispositivo in grado di usare sia l’intelligenza artificiale che quella umana.
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