Pensioni, ti restano pochi giorni: se non lo fai perdi un mucchio di soldi -(foto Ansa)- lintellettualedissidente.it
Ancora pochi giorni per mettere a segno un “dettaglio” che tanto dettaglio non è: se non lo fai rischi di perdere un bel po’ di soldi sull’assegno previdenziale.
Mancano pochi giorni alla fine di questo 2025 che, per molti versi, è stato un anno complicato, specialmente per i pensionati e per coloro prossimi all’uscita dal lavoro. I pensionati avrebbero sperato in una rivalutazione degli assegni un po’ più generosa dello 0,8% stabilito dal Governo.
I lavoratori prossimi al pensionamento, invece, speravamo nel superamento definitivo della Legge Fornero che non è avvenuto e non avverrà nemmeno nel 2026. C’è speranza per gli anni che ci attendono? Chi può dirlo: tutto dipende dalle condizioni in cui verseranno le casse dell’Inps nonché da una nuova risalita delle nascite in Italia.
Tuttavia c’è ancora una piccola luce in fondo al tunnel per chi spera di dire addio all’ufficio con qualche anno di anticipo: ancora per pochi giorni è possibile presentare domanda e riuscire, così, ad andare in pensione fino a 5 anni prima. Non solo: si riceverà anche un assegno più ricco in molti casi.
Il 31 dicembre non segnerà solo la fine dell’anno: determinerà anche la fine della possibilità di colmare i vuoti contributivi utili sia per accedere prima alla pensione che per avere un assegno più ricco.
A differenza di quanto molti pensano, il requisito più importante ai fini della pensione non è l’età ma sono i contributi. Esistono misure – come Quota 41 o la pensione anticipata ordinaria – che non hanno il requisito anagrafico ma non esiste misura che non abbia il requisito contributivo. Per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria bastano 20 anni di contribuzione: sembrano pochi ma per molti non lo sono e se non vengono raggiunti occorrerà restare ancora al lavoro anche oltre i 70 anni in certi casi.
Infatti sono tante le persone che, per un motivo o per un altro, hanno dei vuoti contributivi che rendono impossibile il pensionamento. Il Governo Meloni, con la Manovra di Bilancio 2024, ha reso possibile il riscatto di questi vuoti contributivi fino ad un massimo di 5 anni. In pratica una persona, pagando di tasca propria – anche a rate – può colmare fino a 5 anni di vuoti contributivi. Non deve trattarsi degli anni dell’Università.
Questa possibilità di riscattare i vuoti contributivi si rivolge solo a coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1996, i lavoratori “contributivi puri”. La pace contributiva valeva per tutto il 2024 e vale fino al 31 dicembre 2025: dunque restano pochissimi giorni per approfittarne. Per fare domanda occorre accedere al portale dell’INPS tramite Spid, Carta d’identità elettronica o carta nazionale dei servizi entro il 31 dicembre. Se la domanda viene accolta allora si può procedere con il versamento delle somme dovute. Si ricorda che la pace contributiva è utile sia per poter andare prima in pensione che per aumentare l’assegno previdenziale.
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