Pensione, il traguardo si allontana: ecco perché andarci nel 2026 sarà molto più difficile -(foto Ansa)- lintellettualedissidente.it
Le notizie sul fronte delle pensioni non sono rosee, anzi: dal prossimo anno uscire dal lavoro a 67 anni sarà molto più difficile di quanto non lo sia già ora.
Il terreno delle pensioni continua ad essere il più instabile nel nostro Paese. Non certo da ora ma da almeno 15 anni. La Legge Fornero, per un verso, ha garantito una certa stabilità alle casse dell’Inps introducendo il requisito anagrafico obbligatorio. Dall’altro lato, però, ha reso meno agevole il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro.
Il risultato è che ora ci sono file di 30enni che non trovano lavoro e persone che vorrebbero andare in pensione ma non possono. Una situazione che sembra paradossale e, invece, è reale. Il Governo Meloni sta gettando le basi per una riforma delle pensioni strutturale che, però, non vedrà ancora la luce nel 2026. Infatti, per il prossimo anno, la Legge Fornero continuerà a farci compagnia.
E restando essa ancora in vigore, uscire dal lavoro a 67 anni, pur con 20 anni di contributi, diventerà sempre più difficile. Infatti, la Legge nata nel 2012 sotto il Governo di Mario Monti, contiene una “clausola” che in pochi conoscono e che mette i bastoni tra le ruote a molti lavoratori anche se soddisfano i requisiti dell’età e dei contributi.
Se nel 2026 compi 67 anni e hai già maturato 20 anni di contributi, potrebbe essere l’anno giusto per accedere alla pensione. Ma attenzione: anche se sei in regola sia con l’età che con i contributi, l’Inps potrebbe ugualmente respingere la tua domanda. Il motivo? Una clausola della Legge Fornero che quasi nessuno conosce.
Quando parliamo di Legge Fornero, tutti pensiamo che essa consista semplicemente nella regoletta: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi e il gioco è fatto. Non funziona esattamente così. La Legge Fornero prevede anche un terzo requisito di cui si parla poco e che quasi nessuno conosce. Per poter accedere alla pensione bisogna necessariamente aver maturato un assegno previdenziale pari o superiore all’assegno sociale.
Il problema, per chi deve andare in pensione, è che l’assegno sociale aumenta tutti gli anni per effetto della rivalutazione. Quest’anno ammonta a 538,69 euro al mese ma il prossimo anno, in virtù della rivalutazione delle pensioni dell’1,4%, raggiungerà i 546,22 euro mensili. Pertanto coloro che nel 2026 non raggiungeranno almeno questa cifra, non potranno lasciare il lavoro anche se hanno 67 anni e 20 anni di contributi.
Può sembrare una cifra esigua ma non lo è se pensiamo che molte persone svolgono lavori part time e che, inoltre, il sistema contributivo è penalizzante per i lavoratori in quanto l’assegno viene calcolato tenendo conto non dello stipendio ma solo dei contributi versati. Dunque potrebbero essere molti quelli che il prossimo anno si vedranno respingere dall’Inps la domanda di pensionamento e dovranno continuare a timbrare il cartellino ben oltre i 67 anni.
Triste scena di vita vissuta: il racconto in questione, avvenuto di recente, dimostra per quale…
Vuoi un cane che ti faccia compagnia per tutta la vita? Allora devi adottare questa…
Stanno arrivando su WhatsApp la nuova segreteria ed altre due funzioni utilissime che gli utenti…
Questa sera, su Rai 1, verrà trasmessa l'ultima puntata della prima stagione de L'altro ispettore.…
Delle tagliatelle all'uovo così buone non le avevo mai mangiate: persino meglio di quelle fresche.…
Ormai trovare una casa in affitto ad un prezzo "umano" sembra impossibile e molti sono…