Le azioni Webuild si risollevano dopo il crollo grazie alle parole degli analisti
Era da oltre 4 anni che non si registrava un ribasso settimanale così importante. Questo scossone, però, potrebbe avere portato le quotazioni su livelli dai quali è molto più probabile un rialzo che un’accelerazione ribassista.
Salini, azionista con il 39,66% di Webuild, ha collocato con successo obbligazioni secured scambiabili in azioni ordinarie del costruttore per 225 milioni di euro. I proventi saranno utilizzati per rimborsare anticipatamente un finanziamento bancario con Intesa Sanpaolo e per altri scopi aziendali generali. L’emissione ha ottenuto un forte interesse dalla comunità finanziaria, con circa 80 investitori, principalmente internazionali, che hanno richiesto circa quattro volte l’offerta. Le obbligazioni avranno una cedola trimestrale del 4% e saranno rimborsate al 100% del valore nominale il 30 maggio 2028. Il prezzo di scambio iniziale è stato fissato a 2,60 €, con un premio del 25% sul prezzo di riferimento dell’azione Webuild. Le obbligazioni saranno garantite da un pegno di azioni corrispondente a 2,5 volte il numero di azioni sottostanti.
A seguito dell’operazione, il titolo Webuild è sceso in Borsa di oltre il 9%, dovuto a un collocamento di massime 33 milioni di azioni da parte di alcuni acquirenti del bond per copertura del rischio di mercato. Il collocamento è stato completato a un prezzo di 2,08 € per azione, con uno sconto del 9% rispetto ai prezzi di chiusura precedenti. Gli analisti di Equita e Intermonte mantengono raccomandazioni positive sulle azioni Webuild, con target price rispettivamente a 3 € e 3,3 €, nonostante gli effetti tecnici legati all’attività di copertura degli obbligazionisti.
Webuild ha registrato un recupero a Piazza Affari grazie ai pareri positivi degli analisti e alle dichiarazioni ottimistiche dell’AD Pietro Salini, che ha previsto un 2024 migliore delle attese. Equita Sim ha confermato la raccomandazione “buy” con un target price di 3 €, citando un andamento operativo positivo e un backlog di ordini di 55 miliardi, garantendo visibilità per circa sei anni. La guidance per il 2024 prevede un fatturato superiore a 11 miliardi di euro, un EBITDA rettificato oltre 900 milioni e una cassa netta sopra i 400 milioni. Anche Banca Akros e Mediobanca Research hanno confermato le loro raccomandazioni positive, entrambe con un target price di 3 €. Inoltre, la firma di un contratto da oltre 302 milioni per il Nuovo Stabilimento Industriale Ferroviario (Nsif) in Ticino ha contribuito alla ripresa del titolo.
La tendenza in corso è ribassista, ma in area 1,931 € potrebbe essere molto probabile un’inversione al rialzo. Una conferma in tal senso potrebbe arrivare da una chiusura settimanale superiore a 2,124 €.
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