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Cosa scegliere tra BTP o buoni postali e conto deposito se l’obiettivo è il massimo rendimento o la certezza del capitale?

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Si fa presto a dire reddito fisso se prima non si fissano le priorità del nostro ipotetico investimento. Per quanto tempo vogliamo impegnare il capitale? E siamo sicuri di portare a termine l’operazione e di non doverla liquidare anzitempo? E in tal caso, per noi conta più la garanzia del capitale nominale o siamo disposti a correre qualche rischio pur di incassare un potenziale, maggiore ritorno?

Si tratta di fattori chiave attorno ai quali ruotano, e arrivano poi, le scelte definitive. Vediamo quindi cosa scegliere tra BTP o buoni postali e conto deposito se l’obiettivo è il massimo rendimento o la certezza del capitale.

Investire in base alla durata complessiva del prodotto

Un primo criterio di scelta potrebbe essere quello temporale. Qual è la durata complessiva della vita di maturazione di un dato prodotto? 

A grandi linee, i conti deposito vanno bene sul breve e breve-medio termine (e in genere le banche li propongono su tali orizzonti temporali). Ha poco senso sceglierli di lunga durata, specie se vincolati, quando su tali time frame vi sono altri strumenti più redditi e più versatili. 

I buoni fruttiferi in genere fanno molto bene sulle lunghe distanze, soprattutto per via della loro struttura step-up dei rendimenti. I tassi nominali più alti, infatti, spesso arrivano negli ultimi anni di vita. 

I titoli di Stato da anni coprono ormai qualunque orizzonte temporale, dai pochi mesi alle decine e decine di anni. Pertanto in teoria, ma anche nei fatti, risulterebbero lo strumento più plastico in termini di strategie operative d’investimento.

Quando l’obiettivo primo la certezza del capitale

Rischio e rendimento sono due facce della stessa medaglia, e quindi ai suoi antipodi. Morale, se ci si spinge verso un lato bisogna accettare delle rinunce verso l’altro. 

Sui buoni fruttiferi l’emittente riconosce sempre (entro i termini di prescrizione) il 100% del valore nominale sottoscritto. Quanto agli interessi (al netto delle spese fiscali), questi maturano da subito ma sono riconosciuti a compimento degli step previsti dal prodotto prescelto.

Vale grosso modo lo stesso discorso per i conti deposito, liberi o vincolati che siano. La banca riconosce sempre il capitale versato (garanzia FITD fino a 100mila €), sebbene vi siano dei distinguo da fare. Se il CD è completamente libero, nessun problema per il rientro del capitale. Si fa la richiesta e si attende il tempo di accredito del denaro, di solito entro 1-2 giorni. 

Nei conti semi liberi, o semi vincolati, l’accredito arriva dopo 32 giorni dalla richiesta

Nei CD vincolati, infine, la disponibilità del capitale si ha a scadenza o anche prima a seconda di quanto prevede l’emittente. In questi casi bisogna leggere attentamente le condizioni economiche del prodotto in questione, anche in merito agli interessi.

Sui titoli di Stato la certezza del valore di rimborso, 100, si ha solo a scadenza. Prima di questa data il prezzo del titolo lo fa il mercato, per cui nel caso di vendita anticipata ci si espone a possibili guadagni o perdite in conto capitale. Ancora, precisiamo che il valore di rimborso non sempre coincide con il proprio valore di carico. Tutto dipende da quando, e a che prezzo, si è acquistato il bond.

Cosa scegliere tra BTP o buoni postali e conto deposito se l’obiettivo è il massimo rendimento o la certezza del capitale

A questo risulta agevole comprendere quali prodotti sarebbero mediamente più redditizi di altri a parità di durata. 

Oggi, per esempio, alcuni CD vincolati presentano i maggiori ritorni netti sul breve e medio termine. Sul medio-lungo periodo, invece, questo primato è più un appannaggio dei titoli di Stato. La recente stagione d’oro di quest’ultimi la si è avuta in autunno, quando sia sul breve che sul medio e lungo termine i rendimenti offerti erano abbastanza tirati.

Le informazioni, i calcoli di probabilità e le previsioni presenti negli articoli hanno carattere esclusivamente informativo e non rappresentanùo in alcuno modo un’indicazione operativa.

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