Il cambiamento climatico provocherà estati lunghe anche fino a 5 mesi (Credits foto: Ansa) - L'intellettualedissidente.it
Il cambiamento climatico è sempre più evidente e a cambiare sono anche le nostre vite: dovremo infatti abituarci ad estati lunghe 5 mesi
Se qualcuno pensava davvero che il cambiamento climatico fosse una vera e propria invenzione degli scienziati per influenzare le scelte politiche o l’opinione pubblica, adesso starà provando con mano quanto quelle idee complottiste fossero sbagliate.
Chiunque in Italia sta infatti osservando come, sebbene ci troviamo in pieno autunno, le temperature registrate non sono affatto normali. Più che una stagione pre invernale, infatti, sembra di trovarsi in pieno giugno. Secondo gli scienziati sarà una condizione a cui dovremo presto abituarci, perché davanti a noi ci sono estati lunghe anche 5 mesi. E non è una buona notizia.
Il cambiamento climatico è ormai un dato di fatto e purtroppo questo non potrà che essere sempre più evidente. A certificarlo è stato Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it che, intervistato da Il Corriere, ha fornito una panoramica di quella che è la situazione attuale e di cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro. Secondo il glaciologo, infatti, estati lunghe 4 o 5 settimane saranno d’ora in poi la normalità. Questo è dovuto al fatto che stiamo assistendo ad un trend climatico che va verso il surriscaldamento globale e, quindi, a stagioni estive sempre più lunghe.
Nonostante il clima sia sempre in costante cambiamento, mai nella storia si era assistito a modifiche così repentine. Questo è dovuto soprattutto all’intervento dell’uomo, che fin dall’800, con la rivoluzione industriale, ha iniziato a produrre inquinanti saliti nell’atmosfera, innescando numerosi fenomeni che hanno portato a un climate change praticamente irreversibile. Secondo l’esperto, la testimonianza più importante dell’aumento della temperatura globale media è l’arretramento dei ghiacciai. Un fenomeno che porterà alla lunga l’essiccazione dei torrenti e dei fiumi, oltre ad un sempre minore rifornimento idrico per la popolazione. Non solo estati calde e lunghe, ma ci aspettano anche inverni sempre più corti e difficoltà nell’approvvigionamento di acqua.
Negli ultimi 50 anni, riferisce Gussoni al Corriere, c’è stata la scomparsa di circa il 40% dei ghiacciai. Una situazione che ha portato lo zero termico sulle Alpi a oltre i 4000 metri di quota. Un dato paragonabile al mese di agosto. Sotto i 4.000 metri, dunque, il ghiaccio e la neve iniziano a sciogliersi con evidenti problemi per quanto riguarda l’ambiente e perfino le persone. Il dato peggiore si fa registrare in Lombardia, dove le aree precedentemente coperte dai ghiacciai si è ridotta di circa il 60%. Impossibile sbilanciarsi su quello che sarà l’imminente inverno, ma una cosa è sicura: la neve a bassa quota diventerà un fenomeno raro.
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