Intelligenza Artificiale, l’ideale di bellezza sui social - lintellettualedissidente.it
Si interroga l’intelligenza artificiale in merito all’ideale perfetto di bellezza: la risposta è agghiacciante, siamo la società che allontana il vero
Negli ultimi anni sono aumentati i tassi di ammalati di bulimia e anoressia e secondo gli psichiatri il problema è proprio rintracciabile negli ideali di questa società della performance. I disturbi alimentari si mostrano come un rifiuto per il proprio corpo, per se stessi. C’è chi non mangia e chi mangia troppo, in entrambi i casi è una risposta psicologica a un disagio che si ha nei confronti di se stessi.
Massimo Recalcati, uno dei più importanti psicoterapeuti italiani contemporanei, ha raccontato in diverse pubblicazioni che l’anoressia è la punizione per se stessi, per quel sentirsi inadeguati. Le neomelanconie sono delle chiusure di risposta a quella che è la società che chiede sempre di più e non accetta incertezze. Il bulimico invece ingoia, all’infinito, anche fino a sentirsi male, come se quell’ingoiare potesse riempire i vuoti e le assenze che somatizzano con problemi allo stomaco.
Non sono disturbi da ignorare perché i social stanno letteralmente distorcendo il concetto di reale. Ciò che viene mostrato nelle bacheche sono le immagini di fisici perfetti, allenati, super sessualizzati. Questa iper-sessualizzazione è diventata una gara tra i ragazzi: chi è più sexy vince più followers e quindi più probabilità a intraprendere una carriera da influencer. Tutto ciò non ha fatto altro che creare degli stereotipi inesistenti che si raggiungono con filtri e programmi per l’editing fotografico.
A preoccupare gli studiosi sono stati gli ultimi esperimenti fatti attraverso intelligenza artificiale. Quest’ultima ha risposto all’ideale di donna e uomo perfetti, una prima volta pescando i dati dai social, un’altra prendendo i dati da internet. I risultati sono avvilenti. Ciò che è venuto fuori è che i social presentano un esempio di perfezione con corpi super definiti, formosi e iper-sessualizzati, decisamente lontani dal ‘normale’ e dal ‘comune’. Un’idea di bellezza distorta con muscoli esplosivi e corpi che assomigliano a figure caricaturali.
Il fenomeno si attenua invece con le ricerche su internet, con le quali si arriva a risultati meno sessualizzati, e più volti al reale. Da qui viene fuori la pericolosità dei social stessi: i loro algoritmi sono creati per mandare avanti i post sui quali gli utenti spendono più tempo, da questo non meraviglia che riescano a ottenere più visibilità gli scatti più sessualizzati rispetto agli altri. Ma in questo modo l’algoritmo crea una realtà distorta nella quale nessuno riesce a riconoscersi, attivando schemi di difesa come i disturbi alimentari che diventano ‘la punizione’ per non essere così ‘perfetti’ come sono gli altri sui social network.
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