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Trump ha deciso che deve vincere, e l’Ucraina ancora non l’ha capito

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Armando Del Bello

Il mistero dei droni è forse destinato a restare tale, fino a quando non si diraderanno le nebbie che confondono le linee di questo conflitto contrassegnato da ambiguità fin dal suo nascere al punto che ora, come sempre, è difficile dividere il campo delle forze contrapposte e disegnare una mappa plausibile delle rispettive strategie.

C’è Zelensky che dichiara di non poter vincere senza Trump, e Trump che dice a Zelensky che non può uscire dal conflitto senza cedere il Donbass.

Putin Trump non saranno i droni a dividerli
Putin protesta, Trump tace (Ansa) – L’intellettuialedissidente.it

 

C’è una trattativa con un mediatore che più ambiguo non potrebbe essere – il presidente americano – con il leader ucraino che finge di non accorgersene e ancora si affida a lui. Una rappresentazione perfetta di questa assurda nebbia l’abbiamo con il presunto attentato conto una residenza di Putin che, secondo i russi, sarebbe avvenuto tra il 28 e il 29 dicembre nella regione di Novgorod” dove “unità delle truppe radio-tecniche delle Forze Aerospaziali hanno rilevato un attacco aereo con droni ad ala fissa operanti a quote estremamente basse dalle regioni di Sumy e Chernihiv in Ucraina“. Sono le dichiarazioni diffuse dal ministero della Difesa russo e riportate dall’agenzia di stampa governativa Tass.

 Donald Trump l'alleanza silenziosa
Trump ha deciso chi deve vincere (Credits foto: Ansa) – L’intellettualedissidente.it

 

L’assurdo è anche nell’obiettiva mancanza di riscontri, almeno fino a questo momento, sul tentato attacco. E’ vero tuttavia che Zelensky, con una sfacciata follia ancora non ben compresa dall’Occidente, aveva pubblicamente augurato, solo poche ore prima, la morte a Putin così come è vero che il presidente russo non dovrebbe aver bisogno di pretesti per sabotare le trattative di pace, soprattutto se scritte da uno Zelensky che si dichiara spalle al muro senza l’aiuto di Trump ma presenta accordi come se stesse vincendo la guerra. E’ vero che Trump in questa commedia sembra il meno accorto o fa finta di esserlo, e sembra un altro velenoso stratagemma per mettere in difficoltà il leader ucraino e non indispettire il Cremlino. E allora converrebbe a Kiev tirare le somme, perchè anche nell’assurdo e proprio per decifrarlo la matematica funziona, quella più elementare, e ci restituisce una verità nitida e coerente, per quanto minima. Se quella dei droni è una commedia destinata a restare tale Zelensky dovrebbe comprenderla come fosse un avvertimento se proprio non ha compreso quello che è in atto tra quei due.

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