Cosa succede se sbagli a compilare l'ISEE: le conseguenze sono solo tue (lintellettualedissidente.it)
Massima attenzione a come compili l’ISEE poiché, in caso di errori, a pagare sarai tu e non il CAF di riferimento: ecco cosa devi sapere
ISEE è un acronimo che significa Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Si tratta di uno strumento che consente di accedere a specifici bonus o prestazioni sociali agevolate, quindi è come se fosse la carta di identità economica di ogni famiglia. Per calcolarlo è necessario considerare i dati della Dichiarazione Sostitutiva Unica ma, se si sbaglia a compilarlo, il boccone può essere molto amaro.
Esistono diversi tipi di ISEE. Quello definito ISEU serve per l’accesso alle prestazioni e ai bonus universitari, mentre l’ISEE Sociosanitario è riferito all’assistenza medica e domiciliare. Per ottenerlo serve presentare una domanda composta autonomamente o appoggiandosi a un CAF ACLI: nel caso di errore, però, a pagarne è il cittadino.
La DSU, Dichiarazione Sostitutiva Unica, è composta da diverse sezioni, in ognuna delle quali il cittadino o il CAF che lavora per lui deve inserire specifiche informazioni. Innanzitutto va indicata la composizione del nucleo famigliare, poi qual è la casa di abitazione e i dati anagrafici di ogni persona che vive in famiglia. Si deve inserire poi il patrimonio immobiliare, mobiliare e i redditi, con tutti gli eventuali assegni percepiti e anche i veicoli di ogni membro famigliare.
Nel caso in cui il calcolo dell’ISEE sia sbagliato e tali errori emergano dopo un controllo specifico, innanzitutto vengono revocati gli eventuali bonus concessi, se l’indicatore rettificato supera la soglia prevista. Ciò che si deve sapere, però, è che il CAF o il professionista che ha rilasciato la DSU non ha alcuna responsabilità in caso di errori o omissioni, poiché di fatto si limita a raccogliere i dati forniti dal contribuente in sede di compilazione.
L’unico obbligo del CAF è quello di avvisare il singolo cliente nel caso in cui ci siano conseguenze sanzionatorie, anche penali, nel caso di dichiarazioni false: se però la persona sceglie di mentire, non ha alcuna colpa il singolo lavoratore.
Delle dichiarazioni errate, volontariamente o involontariamente e degli ISEE scorretti, quindi, risponde solo il singolo cittadino. Nel caso in cui si voglia e si riesca a dimostrare la negligenza del professionista nello svolgimento del proprio incarico allora la questione cambia, anche se si tratta di eventualità piuttosto rare, soprattutto per la necessità di prove inconfutabili. Massima attenzione quindi ad ogni ISEE: meglio un controllo in più, che uno in meno.
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