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Heidegger era antisemita: Cosa c’è di vero

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Vincenzo Colao

In tanti sostengono che Heidegger fosse antisemita e i motivi sono da rintracciare in ciò che ha lasciato scritto, in particolare all’interno dei “Quaderni Neri”.

Come nasce questa accusa verso Heidegger?

Da chi gli è stata fatta questa accusa?

Naturalmente questo argomento è stato utilizzato da tante persone per andare a delegittimare integralmente la sua opera filosofica, benché sia veramente difficile negare che probabilmente Heidegger possa essere ritenuto uno dei più grandi filosofi del Novecento.

Chi, invece, vuole guardare la cosa in maniera più oggettiva la questione si limita a dire che, in sostanza, l’antisemitismo era diffusissimo in quell’epoca, perché faceva proprio parte del tessuto culturale dei cattolici.

Bisogna sottolineare, a onor del vero, che Heidegger ha messo al palo Hitler definendolo un uomo con un’essenza criminale.

D’altra parte tracciare questo filosofo di razzismo non è nemmeno coerente, perché in parte egli ha sempre respinto il concetto di razza, proprio dal punto di vista filosofico. È naturale che in tante pubblicazioni è stato molto più semplice cercare di dare questa informazione ricoprendola di scalpore.

Come quei titoli “acchiappa clic“ che ormai abbondano su Internet e che, in generale, invece che dare un’idea del contenuto di un articolo cercando di andare, più che altro, a cercare lettori. Se poi quando si tenta di indagare ci si rende conto, sostanzialmente, che il contenuto di quell’articolo è sostanzialmente diverso rispetto al suo titolo stesso.

Alcuni studiosi che invece continuano a puntare il dito sull’antisemitismo di Heidegger gli vanno a contestare il fatto di aver introdotto all’interno dei suoi scritti non solo nazismo e antisemitismo, ma che abbia volutamente pubblicato i Quaderni Neri, nonostante fosse già stato processato per la sua adesione al nazismo.

Questo gesto viene visto come una sorta di voler confermare a tutti i costi la sua posizione, pur smentendo a parole e minimizzando davanti ai suoi detrattori.

Forse nella convinzione che, quando sarebbero usciti i quaderni, dal punto di vista storico lui si sarebbe trovato nella posizione più giusta, quella della maggioranza insomma.

Relazione Heidegger con Hannah Arendt

Heidegger ebbe anche una relazione con Hannah Arendt, non solo una relazione professionale ma anche sessuale.

Per cui sono state ritrovate delle lettere che i due si scambiarono sul tema, in quanto lei gli chiese delle spiegazioni dirette rispetto a questi comportamenti abbastanza dubbi.

Ora, bisogna vedere quanto possa essere onesto un uomo nei confronti della propria amante, quando si deve giustificare di un proprio comportamento, però all’interno di queste lettere Heidegger va a smentire categoricamente il suo antisemitismo.

Sostiene che tutti coloro che lo accusavano di essere antisemita lo stessero calunniando, come gli accadeva spesso da sempre e anche su altre tematiche.

La lettera si basa, però, su fatti molto pratici ovvero sull’opportunità che aveva di invitare delle persone di origine ebraica ai suoi seminari, o di salutarle, o di averne un qualunque genere di rapporto diretto.

Dopodiché stila un lungo elenco di studenti ebrei che, esattamente nel periodo in cui ha redatto la lettera, stava aiutando negli studi, sia dal punto di vista pratico che dal punto di vista economico, elargendo a degli ebrei dei sussidi grazie ai fondi dell’organizzazione per il sostegno della ricerca scientifica tedesca.

Tutti questi fatti, secondo lui, dovevano far escludere categoricamente ogni ipotesi di antisemitismo a suo carico, soprattutto dal punto di vista concreto e pratico dove, a suo dire, stava manifestando esattamente l’atteggiamento opposto.

Heidegger tende a scindere l’antisemitismo militante con una posizione antisemita metafisica che invece riconosce di avere da tutta la sua carriera e che prescinde totalmente dai suoi rapporti personali con gli ebrei.

Rapporti che toccavano, giustamente, Hannah Arendt stessa.

Reale rapporto di Heidegger con il nazionalsocialismo

Il suo rapporto con Hitler

Cerchiamo però, un minimo, di ripercorrere i fatti per comprendere a livello pratico quali furono i reali rapporti che ebbe Heidegger con Hitler e il nazionalsocialismo. Sono in tanti ad aver pubblicato degli studi che cercano di essere oggettivi per andare a comprendere realmente come stessero le cose.

Heidegger aderì ufficialmente al partito nazista nel 1933, quando divenne rettore dell’Università di Friburgo.

Nonostante, quando fece il suo discorso di assunzione della carica, difese l’università come istituzione dichiarandola indipendente dalla politica e dunque dissociandosi dal partito nazista e da tutti gli altri partiti.

Rimane il fatto che, poco tempo dopo, andando a pronunciare un altro discorso concluse con il saluto nazista.

Comunque rimase in carica solo un anno, sebbene di smettendo il ruolo direttore rimase nell’università per continuare ad insegnare. C’è chi lo difese, sostenendo che tutte le accuse che venivano mosse ad Heidegger rispetto a questo tema fossero basate su pochi elementi, non particolareggiati e che fossero più accuse tendenziose che altro.

Ma molti dei suoi allievi, a causa di queste manifestazioni che ebbe si sono dissociati dal proprio maestro, da subito e non certo aspettando gli effetti che avrebbero avuto sui poster e le sue esternazioni.

Temendo che Heidegger il suo palese antiumanistico contribuisce ad andare a formare una ideologia totalitaria che negasse i diritti umani come poi, infatti fu, quella nazista.

In realtà, Heidegger tentò spesso di andare a mostrare che alla base dell’ideologia nazista ci fosse il nichilismo.

C’è anche chi sostiene che se Heidegger ha voluto fortemente che venissero pubblicati i Quaderni Neri, dopo tutte le accuse che sono state mosse nei suoi confronti, avrebbe dovuto volere fortemente la pubblicazione di suoi testi di condanna verso l’Olocausto.

Conclusioni

D’altra parte c’è anche da dire che è una presunzione ben grande e pensare che un filosofo debba andare a giustificare se stesso davanti al mondo. In questo caso si prende in considerazione l’uomo, mettendo eccessivamente da parte l’importanza che dà al pensiero svincolato dalla realtà.

Non si tratta di una forma mentis che può essere sposata da un pensatore di un certo livello che, in sostanza, è più attento alla logica del suo pensiero che agli effetti che, effettivamente, potrebbero derivare sia dal punto di vista pratico che emotivo rispetto a chi li deve leggere, interpretare e a chi vuole sposare e abbracciare la sua filosofia.

Ancora oggi, all’interno del mondo della filosofia, si pretende comunque di andare a ridimensionare in toto il pensiero di Heidegger proprio in virtù di questa accusa di antisemitismo.

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