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Analisi dei movimenti antieuropeisti partendo dalle elezioni presidenziali francesi

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Vincenzo Colao

Può essere interessante parlare dei movimenti antieuropeisti, partendo dalle elezioni presidenziali francesi. Queste ultime sono state molto interessanti perché già al primo turno si è compreso come le classiche categorie politiche, e cioè quelle legate ai partiti tradizionali, siano in crisi.

Approfondiamo ora l’argomento.

Quali sono i segnali mandati dalle elezioni presidenziali francesi

Movimenti antieuropeisti

Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi ha dato dei segnali che ha ispirato delle riflessioni per quanto riguarda i movimenti antieuropeisti, partendo dai due contendenti Macron e La Pen.

Infatti il primo si è ancora disposto su quello che è l’asse mondialismo o globalismo e patriottismo o sovranismo, mentre Le Pen è più legata al discorso di europeismo e euroscetticismo.

Poi si dovrebbe parlare anche di un’altra categoria che è molto in voga cioè quella di populismo, che di sicuro si può associare a La Pen, ma in un certo senso anche per Macron.

Possiamo quindi dire che, tutte queste categorie politiche che sono relativamente nuove, offrono degli elementi importanti, per aiutarci a comprendere l’ostilità che a volte si percepisce nei confronti dell’Unione Europea, che sta diffondendo sempre di più in tutto il continente.

Teniamo presente che i movimenti antieuropeisti spesso vengono chiamati in maniera generica populisti scettici: però bisogna fare la differenza tra questi due orientamenti che sono presenti in quei movimenti.

Solo che a volte è difficile distinguerli perché non sono presenti veramente in maniera sostanziale. Però possiamo dire che gli euroscettici di base hanno la volontà di protestare contro gli organismi sovranazionali come l’Unione Europea che avrebbe indebolito le sovranità nazionali con le sue istituzioni.

Invece i populisti in genere protestano contro le leggi nazionali sia economiche e politiche. Infatti forse non tutti sanno che spesso il populismo sostituisce la contrapposizione destra e sinistra con quella élite- popolo, alto e basso.

Quindi secondo questa teoria le élite perseguono obiettivi individuali legati alla corruzione, mentre il popolo sarebbe portatore di interessi comuni e dei valori positivi.

Un tratto caratteristico del populismo contemporaneo è simile a quello classico e cioè la centralità del ruolo di un leader carismatico, che viene contrapposto alla vecchia classe politica, distaccandosi.

Altre considerazioni sui movimenti antieuropeisti

Termine euroscetticismo

Quindi quando ci si riferisce ai movimenti antieuropeisti non si può appunto evitare di parlare del populismo, dove abbiamo quindi un leader che si distacca dalla vecchia classe politica quantomeno in alcuni paesi europei.

Per quanto riguarda invece il giudizio sulla democrazia diretta di un populista diciamo che non se ne distacca, non diffida ma anzi esalta il rapporto diretto che ci dovrebbe essere tra capo e popolo.

Secondo alcuni esperti però questo aspetto renderebbe il populismo insidioso e pericoloso perché sarebbe più difficile da combattere, visto che ha assunto forme demografiche.

In pratica però questa pericolosità sarebbe legata soprattutto ai populismi legati alla destra più che a quelli della sinistra come Podemos in Spagna, dove il richiamo alle democrazie risulterebbe invece teoricamente un po’ più sincero.

Per quanto riguarda invece il termine euroscetticismo diciamo che di solito viene riferito a tante posizioni diverse tra di loro perché ci sono i detrattori dell’Euro che rifiutano in maniera totale l’idea di integrarsi con l’Europa.

Mentre c’è chi accetta solo una collaborazione economica con l’Unione Europea che viene vista come un’area di libero scambio, però senza una moneta unica.

Altre persone ancora accettano la realtà dell’eurozona, ma senza integrare un discorso politico. Ma in ogni caso queste forme di euroscetticismo partono da una radice molto accentuata di nazionalismo.

In realtà per più precisione andrebbe definito come neo nazionalismo che presenta, come  il populismo, una differenza fondamentale rispetto al nazionalismo dell’Ottocento e del Novecento.

Infatti quest’ultimo si impegnava sempre ad attaccare la democrazia come forma politica che introduce, quantomeno secondo loro, divisioni nella nazione, nonché faceva contrapporre interessi e valori diversi, che minavano quindi l’unità nazionale.

Altre considerazioni sull’euroscetticismo e i movimenti antieuropeisti

 Le varianti sovraniste che abbiamo visto nelle elezioni francesi

Tanti rappresentanti di movimenti antieuropeisti quindi sono legati a una sorta di nazionalismo moderno che si presenta come una specie di sovranismo che rivendica non solo la sua unità nazionale, ma anche quella popolare, che è annullata dalle istituzioni sovranazionale, che non hanno una legittimazione democratica totale.

Quindi si tratta di una sorta di nazionalismo democratico che vuole dare nuovamente ai cittadini la possibilità di scegliere come prima e di non lasciarla in secondo piano.

Già durante le elezioni francesi si parlava di movimenti antieuropeisti legati al sovranismo perché c’era quello sociale legato a Mélenchon e quello identitario legato alla La Pen.

Quest’ultimo richiamava fortemente la difesa dei ceti popolari, però insisteva anche sulle minacce all’identità francese, cosa che vale anche per altri sovranismi identitari come per esempio l’Ungheria di Orban.

In questo caso viene invece i nemici sarebbero l’islamizzazione, l’Unione europea e l’immigrazione. Mentre per quanto riguarda il simbolismo sociale è legato a una condizione della società cioè quella di ceti popolari che sono minacciati dall’Unione Europea, che impone politiche dal punto di vista economico troppo legate all’ austerità, proponendo quindi anche tagli ai servizi del welfare.

In ogni caso se vogliamo analizzare la diffusione del populismo e dell’euroscetticismo, nonché del sovranismo, dobbiamo renderci conto che le ragioni sono veramente moltissime.

Di sicuro, se la nostra analisi dovesse partire dalla crisi economica del 2008, molte delle critiche si concentrerebbero sulla capacità dell’Unione Europea di affrontare la crisi perché proprio queste sue difficoltà hanno costruito la migliore benzina per il motore dei movimenti antieuropeisti.

Inoltre le politiche adottate dall’Unione Europea hanno spesso peggiorato la situazione . Quindi la crisi  ha radici molto lontane perché comunque l’Unione Europea in teoria avrebbe dovuto difendere il popolo dagli effetti negativi della globalizzazione.

Conclusioni

Il punto è che l’Unione Europea dovrebbe essere l’unico argine per il crollo dei mercati. Però visto che è costituita su un  modello neoliberista non può essere credibile agli occhi di molti europei.

Proprio per questo motivo i movimenti antieuropeisti crescono sempre di più sia come numero che come determinazione.

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