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Società ideale: cosa intendeva Platone

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Vincenzo Colao

All’interno del libro la Repubblica, Platone descrive quello che intende per “città ideale” e lo fa nei minimi dettagli. In questo articolo sarà più chiara la comprensione di cosa intendeva Platone per società ideale, dunque. L’escamotage utilizzato da Platone è di utilizzare la voce di Socrate per parlare di questa sua utopia. Tutto nasce da una spinta riformatrice di una società che era necessario, dal suo punto di vista, cambiare.

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La teoria di partenza di Platone

Socrate e Platone

Alla base di una società ideale c’è sicuramente una giustizia da riformare e il dialogo avviene con i fratelli stessi di Platone, all’interno del libro.

La teoria di partenza parte dal presupposto che, di base, agli uomini interessa o, per meglio dire, preoccupa solo l’ingiustizia quando la ricevano direttamente da qualcun altro ma non sono interessati ad essere giusti nei confronti del prossimo, loro per primi.

Naturalmente questa spinta a una supremazia verso il prossimo verrebbe nascosta, questo decidere di prevalere o usurpare il diritto delle altre persone dovrebbe essere celato in qualche modo, ma niente impedirebbe dal punto di vista della morale agli uomini di essere ingiusti.

Il motivo per cui gli uomini decidono di organizzare la civiltà sulla base di una società che viene regolata dalle leggi dipende semplicemente dal fatto che, senza queste leggi, la lotta per la supremazia diventerebbe veramente spietata e ingestibile.

Platone rifiuta questa tesi dal momento che, secondo la sua opinione, solamente l’etica può essere il presupposto affinché una società si regga veramente.

Egli parte dal presupposto che una società si basa sulla collaborazione semplicemente perché il singolo individuo, da solo e senza l’aiuto degli altri, non potrebbe sopravvivere. La collaborazione viene dunque vista come un elemento razionale, se confrontata alla competizione.

Socrate, che come si è detto parla al posto di Platone, vede la società primitiva come la cosiddetta società dei porci. A questo punto l’uomo vedrebbe soddisfatti i propri bisogni naturali, quelli strettamente legati alla sopravvivenza.

Questo stato di cose è comunque destinato a mutare. Perché la città è destinata a diventare sempre più grande rispetto alle sue dimensioni e più popolosa e questo porterebbe una maggiore divisione dei compiti tra gli uomini. Sarebbe questa sorta di benessere a portare alla luce il problema della giustizia.

Perché questo tipo di città non potrebbe essere risparmiata da numerosi conflitti sia interni che esterni alla città stessa, conflitti di interesse.

Platone pone alla base della regolamentazione di questa società ideale una classe di cittadini che chiama i “custodi” che sono anche coloro che detengono il sapere e attribuisce un’enorme importanza all’educazione.

Da questo punto di vista è bene sottolineare che una eccessiva importanza rispetto all’educazione, posta alla base delle interazioni sociali, è stata criticata da molti filosofi in quanto andrebbe a limitare l’individuo dal punto di vista della sua libertà personale, sbilanciando a favore del collettivo.

Per Platone l’educazione si basa, come prima cosa, sull’arte e sui miti. Il motivo è dovuto al fatto che i bambini, familiarizzando sin da piccoli con la forza del mito e la bellezza dell’arte non potrebbero che crescere con una sorta di apprezzamento rispetto alla moralità.

La felicità per l’uomo libero

 Teorie sulla città ideale

All’interno della teoria rispetto alla città ideale, l’uomo libero deve porre alla base la sua libertà tanto da temere la servitù più di quanto andrebbe a temere la morte.

I custodi, oltretutto, devono essere educati sulla base delle virtù di persone valorose andando ad eliminare tutte quelle idee cattive che possono andare ad inquinare la mente e ad allontanarla dall’armonia.

Un punto molto importante, rispetto alla teoria di Platone che fa riferimento alla città ideale, riguarda il fatto che i governanti di questa città sono gli unici a poter trasgredire alle leggi se necessario a mantenere l’ordine.

Per quanto riguarda le passioni, sono particolarmente temute. L’equilibrio razionale è messo a dura prova da sensazioni di piacere e di dolore, ma lo squilibrio maggiore può essere portato dal piacere sessuale.

Per questo il cittadino libero della città ideale deve essere più attratto non dall’aspetto fisico dell’altra persona quanto da ciò che essa esprime interiormente.

Un ruolo determinante all’interno di questo tipo di società è attribuito all’insegnante di educazione fisica. Un atleta è un uomo che conduce una vita di astensione e rispetto agli eccessi del cibo e del bere e che viene preparato non per vincere competizioni sportive quanto per poter combattere la guerra.

Perché, il vero obiettivo che si dovrebbe perseguire eseguendo un’attività fisica è un perfezionamento morale più che fisico vero e proprio.

Ne deduce che, infine, le società dove c’è un alto numero di medici e di avvocati è una società dove in realtà si è già rinunciato alla base a contrastare il vizio morale.

Da una parte condanna gli avvocati per gli artifici che utilizzano e dall’altra condanna i medici rispetto ad una tendenza all’accanimento terapeutico che non favorisce il ricambio della specie.

Quale deve essere l’obiettivo di una società?

I governanti dello Stato della città ideale, ovvero i custodi supremi, verranno messi alla prova per dimostrare di avere le qualità appena elencate.

Uno dei problemi che si poteva riscontrare era il fatto che coloro che venivano ritenuti più meritevoli non sarebbero stati riconosciuti dal resto della popolazione che non aveva le capacità di comprendere il merito e qui, ad esempio, tornava utile la menzogna di Stato che doveva proclamare le capacità innate di queste persone.

L’obiettivo di una società ideale deve essere la felicità di tutti, indistintamente, ma la felicità non viene perseguita attraverso la ricchezza in quanto, intrinsecamente, ha la qualità di rendere pigri gli uomini. Per quanto riguarda le regole economiche devono essere ridotte minimi termini lasciando spazio al libero mercato e alla libera contrattazione.

Le virtù fondamentali di una società ideale sono le seguenti: La Sapienza, il Coraggio, la Moderazione e la Giustizia. La giustizia si traduce nella capacità di fare ognuno il proprio compito sulla base di una propria attitudine.

I mercanti, i guerrieri e i politici andrebbero a costituire le tre classi principali, tre classi che vanno ad esprimere in maniera equilibrata i tre temperamenti individuali intrinseci all’uomo libero: quello desiderante, quello coraggioso e quello razionale.

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