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Cos’è un piritollo? Tutto quello che c’è da sapere sull’origine del termine

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Piritollo, nome cacofonico che solo a sentirlo sarebbe legittimo pensarne male. Tuttavia, con questo termine, non ci si riferisce affatto ad un pernacchio o a qualsivoglia rumore molesto prodotto dal corpo umano. A definirlo è stato il Foglio in un articolo ad esso dedicato nel quale lo etichetta come una nuova maschera dell’arcitaliano la cui meta etica è la ficaggine. Seguendo la lectio filologica di Giuseppe Sottile il “piritollo deriva dal verbo greco piritollomai, è il gattonare dell’infante; in senso figurato è lo sgomitare della scimmia sapiente”. Sostanzialmente è trendy, per utilizzare un aggettivo assai alla moda in una società con forte tendenza agli inglesismi, revisionata di recente per restituire maggiore dignità alla lingua italiana. Non è comunque questo l’argomento di giornata, quanto piuttosto cercare di far comprendere ai più perché si è parlato di un parola – piritollo, appunto – che non fa parte del vocabolario tricolore ma che potrebbe chissà entrarci un giorno in rappresentanza di uno stile di vita. Perché il Foglio li caratterizza come dei Pierini profumati che alzano il ditino e fanno la letteratura.

I piritolli e la megalomania soddisfatta dalla metropoli internazionale

Ma dove vivono i piritolli? Generalmente all’estero con una forte predilezione per le metropoli in netta opposizione con la città a misura d’uomo. E allora quale la migliore per ostentare un successo se non la Vecchia Mela? Certo, la New York che in passato offriva opportunità agli italiani che cercano riscatto sociale oggi accoglie i Saviano, citato proprio dal Foglio ad esempio, dove più che una chance di emergere si cerca proprio l’esaltazione di sé stessi e del proprio ego. I piritolli sono dei palafitticoli, abitanti delle palafitte, perché mantengono un piede nell’acqua del mondo liquido della comunicazione e l’altro sulla terraferma della carriera con l’obiettivo di darsi un tono che abbia una caratura internazionale. Approfittando anche dell’accondiscendenza dei giornali, inclusi quelli più importanti, che prestano il fianco alle velleità individuandoli favorendole e addirittura ricercandole.

Il piritollo alla Saviano e la definizione de Il Foglio

I piritolli è portatore di verità ma allo stesso tempo di mediocrità. La sua americanizzazione nasconde in realtà un forte spirito provinciale che prova a rinnegare proprio mediante l’esperienza negli Usa. Come fanno i cantanti, attraverso le loro tournée, anche gli esponenti della piritollagine vanno in giro diffondendo il loro verbo ma solo per sentirsi più importanti. Anche le foto con i vip, quelli seri, rientrano nella caratterizzazione del personaggio conferendogli maggiore autorevolezza. In realtà, però, più che ricordare l’effetto di Midnight in Paris con incontri di letterati dà la sensazione di foto turistica al museo delle cere, in linea con gli attuali tempi in cui sono i social e la vacuità a farla da padroni. Tra questi c’è Roberto Saviano, che piritollo proprio non lo è anche se si diverte con i piritolli. La sua internazionalizzazione è avvenuta anche con l’abbandono dell’amata Italia per tentare l’avventura del sogno americano. I piritolli però vestono proprio come lui, vanno tutti a Zuccotti Park il sabato sera, si fanno la foto con Philip Roth e non ci tornano in questo Spielberg della letteratura qual è l’Italia (con tante scuse per l’apostrofo qui mancante) perché anche se non c’è più Berlusconi, c’è pur sempre tutta quell’umanità caimana che non consente loro di prendere un alloro. Lo scrive Pietrangelo Buttafuoco, firma de “Il Foglio Quotidiano” al quale dobbiamo questa narrazione, particolare e suggestiva, del piritollo. Che anche quest’ultimo ha necessità di un pubblico che si nutra di lui, e qui il paragone col pirito, dal quale il piritollo prende l’assonanza, calza a pennello. Anche il piritollo ha bisogno infatti di qualcuno che assorba i suoi effluvi. Anche se stavolta sono solo mentali.

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