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Tom Wolfe, il pioniere del “New Journalism”

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Ignazio Taormina

Tom Wolfe è stato uno dei giornalisti più influenti, apprezzati e controversi del ventesimo secolo. Nato a Richmond, nello stato della Virginia, nel 1930, Wolfe è stato autore di molti articoli e libri che hanno ispirato e provocato discussioni accese tra il pubblico e i critici. La sua scrittura era caratterizzata da uno stile notevolmente vivace, audace e spesso polemico, che lo ha reso un pioniere del “new journalism”.

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Inizio della carriera di Tom Wolfe e le sue tecniche narrative

Wolfe ha iniziato la sua carriera come giornalista professionista alla fine degli anni ’50, lavorando per il quotidiano “Springfield Union” nel Massachusetts. In seguito ha scritto per importanti riviste come “Esquire”, “Rolling Stone” e “New York Magazine”. Il suo primo libro, “The Kandy-Kolored Tangerine-Flake Streamline Baby”, pubblicato nel 1965, raccoglieva alcuni dei suoi articoli più famosi, caratterizzati da un approccio innovativo alla scrittura giornalistica.

In particolare, Wolfe ha introdotto l’uso di tecniche narrative tipiche della narrativa, come il dialogo diretto, la descrizione dettagliata dei personaggi e la ricostruzione degli eventi in modo cinematografico. Questo stile ha permesso a Tom Wolfe di raccontare storie più vivide e coinvolgenti, che spesso mettevano in luce aspetti poco noti della cultura americana dell’epoca.

Per descrivere il suo stile di scrittura, che combinava il rigore dei fatti giornalistici con la libertà creativa della narrativa letteraria. Il suo stile era caratterizzato dall’uso di dettagli e di descrizioni vivaci e colorate, e dalla sua capacità di catturare l’atmosfera e il tono delle persone e dei luoghi che descriveva alla perfezione. Inoltre, il giornalista statunitense ha spesso utilizzato la tecnica del punto di vista multiplo, che gli ha permesso di esplorare i diversi punti di vista dei personaggi coinvolti nelle sue storie.

Uno dei suoi articoli più famosi è stato “Radical Chic: That Party at Lenny’s”, pubblicato su “New York Magazine” nel 1970. In esso, Wolfe racconta l’incontro tra il compositore Leonard Bernstein e un gruppo di attivisti radicali neri, durante una festa organizzata nella lussuosa casa dell’artista. L’articolo ha suscitato una forte reazione negativa da parte di molti intellettuali progressisti dell’epoca, che hanno accusato Tom Wolfe di essersi divertito a ridicolizzare il movimento per i diritti civili.

Tom Wolfe, criticatissimo e dissacrante, non si ferma dinnanzi a nulla

Nonostante le numerosissime e feroci critiche, il giornalista statunitense ha continuato a scrivere articoli e libri che hanno spesso scatenato dibattiti molto accesi sulle tematiche che trattava. Ad esempio, “The Right Stuff”, pubblicato nel 1979, racconta la storia dei primi astronauti americani e del loro addestramento, evidenziando la cultura dell’eroismo e della competitività che caratterizzava l’America dell’epoca.

Anche se la scrittura di Tom Wolfe ha spesso suscitato tante polemiche, la sua influenza sul giornalismo contemporaneo è indiscutibile. Molte delle tecniche narrative che ha introdotto sono diventate parte integrante dello stile dei giornalisti moderni, che cercano di coinvolgere i lettori attraverso una narrazione più viva, descrittiva e coinvolgente.

Ha scritto di temi come la controcultura, l’arte moderna, la moda, la tecnologia e la politica, spesso mettendo in luce gli aspetti più oscuri e contraddittori di questi fenomeni. Inoltre, Wolfe ha sempre cercato di mostrare la vita degli “outsider” americani, come gli hippie, i biker, i surfisti e i musicisti, che erano spesso trascurati dai media tradizionali.

In chiusura, Wolfe ha portato una grande innovazione nel mondo del giornalismo

Possiamo sicuramente affermare che il giornalista statunitense, Tom Wolfe, è stato un pioniere del “new journalism”, portando un approccio innovativo alla scrittura giornalistica che ha introdotto tecniche narrative tipiche della narrativa moderna. La sua scrittura ha spesso suscitato tante polemiche, ma va anche sottolineato che il lavoro del giornalista statunitense ha influenzato molti altri scrittori e giornalisti, e ha contribuito a creare una nuova forma di giornalismo che ha avvicinato il giornalismo alla letteratura

Wolfe muore a Manhattan il 14 maggio 2018, alla veneranda età di 88 anni, per le conseguenze di una polmonite.

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